A settembre parte a pieno ritmo Transizione 5.0. I tecnici che devono certificare il risparmio energetico, se non in possesso di misurazioni certe relative ai consumi relativi all’anno antecedente l’intervento, devono ricorrere a misurazioni attuali a sostegno dei calcoli. Devono inoltre predisporre una relazione a supporto dei calcoli effettuati per ipotizzare il risparmio energetico, ma nella certificazione che le imprese allegano alla richiesta preventiva dovranno riportare solo l’algoritmo utilizzato. Sempre i tecnici saranno chiamati a consuntivo ad attestare che il progetto abbia raggiunto i risultati ipotizzati in termini di risparmio. Confermato che il progetto deve riguardare un’unica unità produttiva, lo spostamento dei beni da un‘unità all’altra, anche se è la sede dello stesso soggetto, fa scattare la revoca dell’incentivo. Sembrano escluse le macchine alimentate a gasolio, a meno che non siano riconducibili al settore agricolo e solo se consentono il passaggio da motori Stage I (o precedenti) a Stage V oppure a meno che non siano riferibile ad attività nell’ambito del sistema Ets per le quali l’uso dei combustibili fossili è temporaneo e tecnicamente inevitabile.
Buone notizie per gli impianti fotovoltaici che potranno essere avviati anche nell’anno successivo a quello dell’installazione. L’opportunità è consentita anche in virtù del fatto che i consumi di questi impianti non sono conteggiati ai fini della diminuzione dei consumi se l’intervento riguarda il singolo processo produttivo. Positivo anche il riscontro per le singole macchine che sono ammesse a Transizione 5.0 se rappresentano da sole un processo completo.
Data la complessità dell’argomento Comisag è a disposizione delle aziende al fine di meglio individuare in fase di investimento le agevolazioni da cogliere.